Oggi è un grande giorno per la Noemi lettrice.
Si ricordi per i posteri che, sabato 7 marzo 2020 la sottoscritta ha portato a termine una delle letture che da un qualche mese si trascinano non per loro natura bensì a causa di crescenti impegni lavorativi.
Il libro in questione è una raccolta di racconti intitolata La notte della tigre scritta dal giallista Giorgio Scerbanenco e pubblicata nel 1975 dalla casa editrice Rizzoli. Una prima edizione a cui non avrei prestato alcuna attenzione se non fosse stato per il consiglio datomi da una piccola e simpatica libraia durante il Festival del Giallo dell’ottobre di un anno fa – ad accompagnare la lettura, una gustosa birra a base di zucca in edizione limitata dal suggestivo nome Birra Cimitero.
Non male, vero?!
Insomma, se non fosse stato per la passione che guida la nostra libraia, io probabilmente non avrei mai incontrato questo autore del quale – sappi carissima Sara – mi sono perdutamente innamorata.
A questo punto, vi starete probabilmente chiedendo quale significato abbia la mia presenza in questa sede.
La risposta è presto data: io sono qui per parlarvi della mia esperienza in questa magica scatola che è la Bookbank di Via San Giovanni e, dato che di mestiere mi occupo di libri, di scrittura e sono un’accanita bibliofila, ho pensato di raccontarvi la MIA Bookbank attraverso alcune delle perle più preziose che in quel luogo mi hanno trovata e che ora custodisco gelosamente.
Dato che non ricordo con precisione la sequenza in cui ho acquistato i volumi di cui sto per parlarvi – che, per altro, sono pericolosamente impilati sul bracciolo del mio divano – ho deciso che, per semplificarmi le cose, andrò un po’ a caso.
Il primo libro estratto è una carinissima edizione di Sogno di una notte di mezza estate di William Shakespeare edita dalla Fabbri Editori.
Ricordo che mi sono precipitata in fretta e furia in libreria la mattina immediatamente successiva alla rappresentazione teatrale; gli attori erano stati splendidi tanto da farmi appassionare all’argomento al punto che m’impegnai a recuperare il libro nel minor tempo possibile per poi divorarlo ancora più velocemente – pensate che mi sono ascoltata anche tutto l’audiolibro durante le mie passeggiate in campagna («Fare sport all’aperto fa bene anche alla mente.» Lo hanno sempre sostenuto i miei nonni!).
Il secondo è un libercolo a cui sono particolarmente affezionata e appartiene alla Piccola Biblioteca scientifico-letteraria della Einaudi 1950 per la traduzione di Cesare Vico Lodovici: la commedia in questione è la celeberrima La bisbetica domata. Inutile forse ripetervi che, ancora una volta, il contatto tra me e il volume cartaceo è avvenuto a seguito della messa in scena della commedia in cui una bizzarra Nancy Brilli ha vestito proprio i panni della bisbetica protagonista.
Anche in questo caso, come per Scerbanenco, si tratta di una prima edizione.
Poi è arrivato il momento della Biblioteca Universale Rizzoli con due titoli strepitosi: La principessa di Clèves di Madame de La Fayette, acquistato in occasione di uno dei tanti incontri del venerdì sera con il Verre de vin, e Il fantasma di Canterville, aggiudicato in preda a un irrefrenabile desiderio di recuperare tutti gli scritti brevi di Oscar Wilde dopo aver ascoltato il racconto che da nome alla raccolta sempre durante una delle mie passeggiate campestri.
Oh! Adesso incominciano i guai!
Dovete sapere che la nostra Sara pare essere particolarmente dotata di estro tanto da dare vita a dei piccoli pacchetti di carta marrone avvolgenti misteriosi libri che la vittima designata è costretta a scegliere basandosi solo sulle indicazioni fornite da un breve testo scritto sul pacchettino stesso con l’utilizzo di un pennarello nero: sto parlando dei divertenti Appuntamenti al buio. Avrei mai potuto esimermi dallo sperimentare? Ovviamente no ed è stato così che ho scoperto L’arte di amare di Erich Fromm edito da Il Saggiatore in una quarta edizione datata 1975 e venduta al costo di ben 1500 lire – lasciatemi dire che la copertina è un vero splendore nel suo ordine e nel suo equilibrio cromatico giocato tutto sul bianco dello sfondo e l’arancione acceso delle scritte.
Segue a ruota una bella edizione Einaudi in cartonato rigido con sovraccoperta di Come l’acqua scorre di Marguerite Yourcenar – perché sì, alla Yourcenar non si nega mai una possibilità – e un altrettanto spettacolare prima edizione con firma di appartenenza al frontespizio del Baudolino dell’eterno – e da me profondamente amato – Umberto Eco.
Ritornando con la mente al momento dell’acquisto di quest’ultimo romanzo, ricordo come fosse ieri l’espressione di Sara titubante sul fatto che una simile opera potesse piacere a una lettrice che aveva da poco iniziato ad approcciarsi l’autore.
Qualche giorno più tardi, le cose sono andate, più o meno, come segue – badate che al momento dell’acquisto mi trovavo in Via Roma durante una qualche festa dell’usato mentre, l’episodio che sto per narrarvi si è svolto in Bookbank.
Non ricordo il giorno preciso del misfatto ma tant’è che, dopo essere entrata in libreria, ho riferito a Sara che l’ardua impresa era stata compiuta: Baudolino era stato letto nella sua interezza in meno di tre giorni.
Lei mi ha guardato stranita e mi ha timidamente domandato: «Beh, cosa ne pensi?»
La mia risposta l’ha lasciata di sasso facendola esplodere in un sonoro: «Ma tu non sei normale!» seguito da una contagiosa e raggiante risata.
Già, Baudolino mi aveva conquistato, divertito!
Che ci sia un fondo di verità nell’esclamazione di Sara?
Può essere, ma andiamo avanti.
Ecco un altro prezioso oggetto: un’edizione in ottavo del dannunziano Poema Paradisiaco. Odi Navali datato 1893 ed edito dai Fratelli Treves di Milano.
L’intero volume conserva la sua rilegatura originaria in pelle con rinforzo agli angoli – voi non potete percepirlo ma posso garantirvi che, da queste piccole e spesse pagine scritte con inchiostro nero e rosso, si sprigiona un profumo a dir poco inebriante!
Adesso è il turno di un libro che io e Sara ci siamo litigate per circa 5 minuti – d’altronde ero io la cliente e dunque ho potuto vantare un maggiore diritto di acquisto sull’oggetto della contesa: si tratta di una prima edizione alquanto rara di Le due vie del pellegrino di C.S. Lewis edito nel novembre del 1981 da Jaca Book. Ricordo perfettamente che, quel sabato mattina – so con assoluta certezza che era un sabato mattina perché è sempre stato quello il giorno dedicato alle ‘chiacchiere in B&B’ – Sara aveva fatto appena in tempo a esporre il romanzo su uno dei tanti scaffali della libreria prima di vederselo sottrarre da una me ignara della violenta reazione che quel mio gesto avrebbe potuto scatenare in una così piccola e docile libraia.
Fortunatamente tutto è andato bene e non ci sono stati spargimenti di sangue!
Per finire, altrimenti rischio di tirarla troppo per le lunghe, vi presento 5 volumi accuratamente scelti tra i numerosi appartenenti alla collana I Coralli della vecchia Einaudi – quelli rilegati in tela e dotati di copertina cartonata dipinta, per intenderci. Queste edizioni sono ufficialmente entrate a far parte del podio delle mie droghe preferite insieme alle prime edizioni dei romanzi di Umberto Eco e a quelle di D’Annunzio edite da Il Vittoriale degli italiani a partire dagli anni Trenta/Quaranta.
Credo di poter affermare quasi con assoluta certezza che, prima di acquistare L’onda dell’incrociatore (3° edizione 1959) di Quarantotti Gambini, non sono mai stata affetta da quella terribile malattia che è il collezionismo; sì, dev’essere iniziato tutto da lì, dal momento in cui la mia attenzione è stata attirata da quello smilzo romanzo.
Nel momento stesso in cui l’ho sfilato dallo scaffale e stretto tra le mani, ho sentito alle mie spalle la voce di Sara che ne elogiava la bellezza – la lettura è durata qualche ora e si è conclusa tra le lacrime di commozione per un romanzo tanto ben scritto.
Poi sono arrivati in rapida sequenza – e sempre in maniere del tutto inaspettate – I sette della miniera (1° edizione 1950) di Anna Seghers e La via del tabacco (3° edizione 1956) di Erskine Caldwell.
Ultimi acquisti in ordine di tempo – effettuati a causa di una ‘trappola’ tesami da Sara stessa – sono stati La nausea (4° edizione 1955) e la nona edizione de Il muro di Jean-Paul Sartre.
Potrei restare per ore e ore a parlarvi di tutti i volumi in cui mi sono imbattuta gironzolando per anni tra i ricchi scaffali di Bookbank ma non voglio tediarvi oltre.
Colgo invece l’occasione per sottolineare, ancora una volta, l’attenzione con cui questa piccola libreria custodisce e si prende cura di tutti quei libri che, per volontà o per puro caso, si trovano a chiedere alloggio almeno fino a quando una persona qualunque, mettendo il naso tra gli scaffali, decide che quello, proprio quello, è il volume giusto per ciò che il suo cuore e la sua mente stanno cercando in quel momento.
È questa la magia dei libri.
È questa la magia di Bookbank.
articolo scritto da Noemi Veneziani