Il suo best-sellers “Va’ dove ti porta il cuore” ha venduto 15milioni di copie in tutto il mondo e ha all’attivo numerosissimi libri, anche per ragazzi
Quando si pensa ai nomi della letteratura italiana contemporanea declinata al femminile non si può non fare riferimento a Susanna Tamaro, una delle scrittrici tra le più apprezzate, autrice di numerosi libri di grande successo letterario e di vendita in tutto il mondo con oltre quindici milioni di copie vendute per il suo best-seller “Va’ dove ti porta il cuore”, il libro italiano più letto del secolo scorso e tradotto in numerosissime lingue estere.
Diplomatasi al Centro sperimentale di cinematografia, ha realizzato documentari scientifici per la RAI. Nel 1989 ha pubblicato il romanzo La testa fra le nuvole, storia un po’ inquietante e felicemente stralunata sulla solitudine e l’aspirazione alla felicità. Sono seguiti i racconti di Per voce sola (1991), dove la sofferenza dei deboli e degli indifesi è narrata con forte tensione poetica. Un successo clamoroso ha ottenuto il romanzo Va’ dove ti porta il cuore (1994), dividendo la critica su fronti molto diversi. Susanna Tamaro è autrice anche di libri per ragazzi e pluripremiata proprio per questi.
«Scrivere in questo momento è l’atto più eversivo che si possa compiere perché viviamo in un mondo fagocitato da un’ossessionante offerta di intrattenimento visivo e sonoro che provoca il totale appiattimento dei pensieri e dell’immaginazione delle persone. Il tempo dedicato ai libri invece è un tempo che coltiva. Alla base della lettura di un libro c’è sempre una scelta personale, c’è sempre un sedersi da qualche parte in silenzio ed essere disponibili ad entrare in un mondo di cui in qualche modo diventiamo registi ed artefici. Le parole scritte infatti ci permettono di usare l’immaginazione in maniera attiva, mentre con l’intrattenimento visivo tutto ci scorre davanti in maniera passiva. La velocizzazione avvenuta negli ultimi vent’anni ci ha fatto perdere la profondità e l’inquietudine. Eppure noi, come esseri umani, abbiamo bisogno dell’una e siamo costantemente accompagnati dall’altra, perché la vita, nonostante tutte le semplificazioni, è una realtà complessa in cui è facile smarrirsi o perdere l’orientamento. Tutti i libri che ho scritto non sono stati altro che un lungo viaggio alla ricerca del senso profondo del nostro passaggio sulla terra».
La scrittrice triestina, che oltre alla grande notorietà come scrittrice ha avuto anche un passato da regista cinematografica, autrice di musica, produttrice di un film e scrittrice di uno spettacolo teatrale ha fatto i conti con se stessa ed ha deciso di ritirarsi dalle scene, ma non dai libri in quanto la sindrome di Asperger non le dà tregua «Finché ero giovane ho potuto gestirla, dopo i 50 anni ho cominciato a peggiorare. Non posso più muovermi, viaggiare, fare incontri, non ho più forza per farlo e dovendo scegliere scelgo di rimanere a casa per poter ancora scrivere».
Una curiosità: lo sapevi che è nipote (da parte di madre) di Italo Svevo?
fonti: Domanipress e Donna Moderna
Il
cerchio magico:
Nel “Cerchio Magico” (1995), romanzo per bambini di Susanna Tamaro
ancora attuale, troviamo una società narcotizzata, che solo un’anomalia può
salvare: il Cerchio del titolo è generato dalla polvere di una stella caduta e
continua a vivere solo tra chi è capace di provare sentimenti… Riletto ora, Il
Cerchio Magico resta di un’attualità sorprendente: la televisione come
strumento di controllo, la volontà di uniformare la società, eliminando ogni
anomalia, la lotta di un bambino per trovare il proprio posto nel mondo. La
condizione del popolo descritta dalla Tamaro sembra eccessiva e figlia di un
periodo in cui si assisteva impotenti a questa trasformazione: adesso che
quella trasformazione è avvenuta, ci sembra ancora così eccessiva? Un romanzo
di formazione… un po’ per tutti.
Ascolta
la mia voce
Cosa ne è stato della nipote di Olga, la nonna protagonista di
“Va’ dove ti porta il cuore?”. È tornata dall’America in tempo per
riappacificarsi con la nonna o ha trovato solo la lunga lettera diario a lei
indirizzata? E se il destino le avesse riservato invece una terza ipotesi che
esclude le precedenti? Se, vagando per le stanze di quella grande casa, la
solitudine l’avesse spinta a salire in soffitta a cercare tracce delle due
uniche persone che davvero avrebbe voluto conoscere: sua madre e suo padre? Chi
erano? Qual è stata la loro storia? È davvero figlia di un principe turco, come
le raccontava la nonna da bambina, o c’è qualcosa che chiede ancora di essere
svelato? Alla ricerca di quel segreto, la ragazza scava tra bauli, carte e
quaderni ingialliti ricomponendo, pagina dopo pagina, i vari tasselli di un
mosaico generazionale. Scopre così, in un diario, le fragilità, i sogni e le
inquietudini di sua madre Ilaria, studentessa di filosofia, affascinata da un
professore di vent’anni più vecchio di lei. Scopre che un anziano prozio si è
rifugiato in un paese lontano per sfuggire alle leggi razziali e da laggiù ha
continuato a mandare sporadiche notizie. Forte di questi pochi indizi, la
ragazza deciderà di andare alla ricerca del padre e di quel lontano zio, in un
viaggio che la condurrà alle origini della propria inquietudine.
Per voce
sola
Cinque racconti come un romanzo sul male di vivere. Infanzia e
memoria, sentimento e comprensione sulle storie atroci e dolcissime di bambini
soli e molto infelici. È un libro che accompagna alla maturità del sentire,
alla rivelazione di una verità e alla possibile rinascita. Con una nuova
introduzione dell’autrice. valse alla scrittrice il Premio Rapallo 1992 e le
lodi di Federico Fellini, che di lei scriveva “ho visto arrivare Pel di Carota
in motorino, un Lucignolo sorridente, una Gelsomina liberata, una creaturina
affascinante ed innocente”. E questa immagine un po’ tenera che aveva colpito
Fellini deve avere ‒ all’epoca ‒ contrastato terribilmente con i temi e le
atmosfere di questo secondo scritto della Tamaro. Violenza, privazioni e dolore
sono alla base di queste storie in cui direttamente o indirettamente sono
protagonisti i bambini
Rispondimi
“Siamo un inno alla precarietà e un invito al male, a compierlo
vicendevolmente gli uni sugli altri… Ti uccido per vivere. Ti uccido per
possedere. Ti uccido per liberarmi di te…” Così riflette Rosa, la
protagonista del primo racconto, in una notte d’agosto, confusa davanti alla
più difficile decisione della sua vita. E anche le altre due storie che
compongono questo trittico sembrano girare intorno agli stessi quesiti. Siamo
dannati o possiamo salvarci? Da chi dipende la nostra redenzione? Possiamo
farcela da soli o abbiamo bisogno di Qualcuno che ci indichi la strada? Un
libro sulla responsabilità e sulla difficile presa di coscienza che ognuno di
noi deve raggiungere per scoprire il significato più profondo della vita.
Fuori
Sulla linea tracciata da “Per voce sola” e
“Rispondimi”, Susanna Tamaro, in questo libro, affonda la lama della
sua scrittura in storie senza salvezza, senza via d’uscita. L’incalzare del
ritmo di questi quattro racconti lunghi è modulato sul tema dell’emarginazione,
della separazione, del difficile dialogo tra culture diverse che si risolve
sempre in uno scontro crudele. Storie senza scampo, prive del respiro di una
luce.