Dalla Resistenza durante la Seconda guerra mondiale all’aborto, dal ruolo della donna nella società al suo mandato di presidentessa della Lega dei Diritti della Donna
Nasce a Parigi il 9 gennaio 1908 da una famiglia benestante. All’età di dieci anni inizia ad appassionarsi alla scrittura passione che la accompagnerà per tutta la vita.
Si laurea e inizia l’insegnamento ma esercita la professione di docente solo fino al 1943, quando decide di dedicarsi completamente all’attività di scrittrice. In quegli anni, Simone e il compagno Jean-Paul Sartre si legano sempre di più e cominciano a girare tutto il mondo, recandosi in Marocco, in Spagna, in Grecia e in Italia. Insieme partecipano agli eventi più importanti dell’epoca e conoscono numerosi autori tra cui Ernest Hemingway, Franz Kafka, Marcel Proust, Virginia Woolf, André Gidé, Martin Heiddeger, Edmund Husserl.
Simone e Jean Paul vivono spesso in prima linea i grandi avvenimenti politici di quegli anni: il nazismo in Germania, la guerra civile spagnola del 1936, la seconda guerra mondiale. Durante la guerra, Simone de Beauvoir rimane a Parigi, occupata dai nazisti, e con Sartre comincia l’esperienza del gruppo di Resistenza “Socialismo e Libertà“.
Esponente di spicco della corrente esistenzialista insieme al compagno di vita e di battaglie J.-P. Sartre, dalla cui fama è stata talora oscurata, ha fornito un imprescindibile contributo alla lotta per l’emancipazione femminile, il suo pensiero è nel suo noto testo “Il secondo sesso” .
“L’invitata” (1943) è il suo primo romanzo; segue (1945) “Il sangue degli altri”, in cui affronta il tema della guerra e della resistenza. Dopo il suo viaggio negli Stati Uniti, pubblica Il secondo sesso (1949). Sono, questi, anni ricchi per la scrittrice che riesce ad affrontare opere di grande respiro con forza e originalità. Nel 1954 esce I Mandarini, con cui vince il premio Goncourt, considerato il suo più bel romanzo.
A partire dal 1958, si dedica alla sua autobiografia, uscita in quattro volumi: Memorie di una ragazza perbene (1958), L’età forte (1960), La forza delle cose (1963), A conti fatti (1972). Una morte dolcissima (1964) è il racconto intensamente commosso dedicato alla morte della madre. I temi angosciosi della malattia, della vecchiaia e della morte sono quelli che Simone de Beauvoir ha voluto affrontare, una volta di più con grande coraggio, negli ultimi anni della sua vita (La Terza Età, 1970). La cerimonia degli addii (1981) è l’ultimo suo grande lavoro letterario; descrivendo la morte per lei più straziante, quella di Jean-Paul Sartre, conclude in qualche modo la sua autobiografia.
Nel corso degli anni, Simone assume posizioni nette come scrittrice e come donna, fino agli anni settanta, quando si batte anche per cause come la dissidenza sovietica, il conflitto arabo-israeliano, l’aborto, il Cile, la donna (è presidentessa dell’associazione Choisir e della Lega dei diritti della donna).
Simone de Beauvoir muore il 14 aprile 1986 e viene seppellita nel cimitero di Montparnasse, accanto al suo compagno di vita, morto nel 1980.
FONTI:
ILPIACEREDILEGGERE.IT
GREENME