Da maestra elementare a prima donna Premio Nobel nel 1909 e prima donna a essere nominata fra gli Accademici di Svezia nel 1914, Selma è forse la scrittrice svedese più nota e amata nel mondo.
Selma Ottilia Lovisa Lagerlöf nasce il 20 novembre 1858 a Marbacka, nel Vӓrmland, regione della Svezia situata sul confine con la Norvegia, terra di gente semplice, la cui cultura affonda le radici in un profondo spirito religioso che sconfina nella superstizione e nel misticismo, in un mondo fantastico popolato da spiritelli della terra e da personaggi eroici.
Di queste leggende che scaldano il cuore, narrate dagli adulti davanti ai camini nelle gelide serate nordiche, di questo humus, si nutre la piccola Selma durante la fanciullezza, sviluppando così un forte attaccamento alla sua terra, alla sua storia, alla sua cultura. Studia poi a Stoccolma per diventare maestra elementare e inizia a insegnare nel 1885, a Landskrona.
Nel 1890, incoraggiata da Sophie Adler Sparre, Selma Lagerlöf pubblica alcuni capitoli della saga di Gösta Berlings e vince un premio che le permette di lasciare la sua posizione di insegnante per dedicarsi completamente al romanzo, in cui spicca il dilemma del piacere contro il dovere e della gioia contro il bene. Il romanzo viene pubblicato l’anno successivo, ma è accolto con pareri poco favorevoli dai maggiori critici svedesi. Fortunatamente, però, l’accoglienza positiva ricevuta in Danimarca la incoraggia a continuare a scrivere.
E infatti, sul finire del 1907, la più antica e prestigiosa università scandinava, che ha sede nella città svedese di Uppsala, le assegna la laurea honoris causa in Filosofia e, nel 1909, la Reale Accademia di Svezia la giudica degna – prima donna nella storia del premio – del Nobel per la Letteratura “per l’elevato idealismo, la vivida immaginazione e la percezione spirituale che caratterizzano le sue opere”. Cinque anni dopo sarà chiamata dall’Accademia stessa – e anche in questo caso è la prima donna nella storia – che la annovera fra i 18 membri che la compongono.
Oggi è forse la scrittrice svedese più nota e amata nel mondo.
Il suo stile è fresco e immediato basato fra l’altro sulla vita, gli usi, i costumi e le tradizioni della Svezia dei tempi andati. Di formazione antinaturalista, portata a raffigurare i drammi morali in forme epiche e fantastiche, Lagerlöf cercò nel paesaggio e nelle tradizioni scandinave una corrispondenza tra la dimensione del sogno e quella della realtà. La fiaba pedagogica fu il mezzo che le consentì di realizzare un equilibrio tra verità psicologica e senso del meraviglioso.
Nel 1933 Selma Lagerlöf ha donato una serie di pubblicazioni per guadagnare denaro per sostenere i rifugiati ebrei dalla Germania nazista, provocando il boicottaggio tedesco del suo lavoro. Ha sostenuto attivamente la Resistenza contro i nazisti. Ha contribuito a sostenere gli sforzi per far uscire gli intellettuali tedeschi dalla Germania nazista ed è stata determinante per ottenere un visto per la poetessa Nelly Sachs, impedendole la deportazione nei campi di concentramento. Nel 1940, Selma Lagerlöf ha donato la sua medaglia d’oro per i soccorsi di guerra per il popolo finlandese mentre la Finlandia si difendeva dall’aggressione dell’Unione Sovietica.
Gli ultimi anni della sua vita la vedono confrontarsi e contrapporsi alle due grandi minacce del Novecento: la Germania nazista e l’Unione Sovietica, soccorrendo con i suoi pochi mezzi gli oppressi ed i perseguitati e giungendo a vendere la medaglia d’argento del Nobel per la causa della libertà.
Selma Lagerlöf Si spegne nella natia Marbacka, in seguito ad un infarto, il 16 marzo 1940, all’età di ottantadue anni.
Selma Lagerlof, legata alla tradizione orale della sua terra – come a quella delle saghe e delle leggende värmlandesi raccontatele dalla nonna paterna negli anni dell’infanzia – resta uno dei più vivi esempi dell’arte scandinava per eccellenza: quella del raccontare.
La sua opera principale è La saga di Gösta Berling. Tra i suoi scritti vanno ricordati anche i romanzi I miracoli dell’Anticristo (1897), ambientato in Sicilia, Gerusalemme (1901-1902), La casa di Liljecrona (1911), L’imperatore di Portugallia (1914), L’esiliato (1918), il romanzo per bambini Il meraviglioso viaggio di Nils Holgersson attraverso la Svezia (Nils Holgerssons underbara resa genom Sverige) e la trilogia L’anello dei Löwensköld (1925-1928).
Ai volumi di racconti appartengono Le leggende di Gesù (1904) e una serie di racconti fantastici per bambini. Scrisse inoltre alcune opere autobiografiche, tra le quali Mårbacka (1922), Ricordi d’infanzia (1930) e Diario (1932).