Giornalista, scrittrice e piacentina per caso, nei suoi libri si dedica alle biografie di grandi donne e scrittrici. Saggi, romanzi e biografie che illuminano sul mondo della scrittura femminile. I suoi libri sono stati tradotti in Francia, Germania, Inghilterra, Spagna, Giappone, Polonia, Svezia, Romania, Slovenia e Serbia
“«Piacentina per caso» è il titolo di un racconto autobiografico che scrisse per il quotidiano «L’Unità» un bel po’ di anni fa, e infatti sono nata il 9 luglio del 1952 a Piacenza, in Emilia-Romagna: per caso. Nel senso che la famiglia ha altre origini: madre napoletana, padre romano di discendenza umbra. Era ingegnere dell’esercito italiano e quindi poco stanziale, come spesso i militari, mentre la mamma era farmacista” si legge sul suo sito e la cosa mi ha fatto sorridere.
Dopo un esordio poetico e la scrittura di una commedia, Psiche e i fiori di Ofelia (messa in scena a Roma nel teatro della Maddalena), ha collaborato per dieci anni a Il Messaggero, dove è stata assunta nel 1987. Nel 1989 è passata a Panorama. Ha poi collaborato alle pagine culturali de L’Unità e Il Foglio. Molte delle interviste del primo periodo giornalistico confluiranno in due libri, Le signore della scrittura (1984) e Fantasia&Fantastico (1986). Nel 1982 ha partecipato con Vincenzo Cerami, Beniamino Vignola, Paolo Repetti, Malcolm Skey, e altri scrittori più giovani all’avventura della Casa editrice Theoria (chiusa nel 1995).
Risale al 1987 il suo primo romanzo cui seguiranno molti altri libri, articoli ed anche tre radiodrammi. Nel 1989, con Il catalogo dei giocattoli, è finalista al Premio Bergamo. Nel 2003, con il libro La scrittrice abita qui, vince il Premio Letterario Basilicata. Nel 2011, il libro di viaggio E in mezzo il fiume vince il Premio Alghero Donna. Nel 2014 ha pubblicato una biografia su Marguerite Duras. Il suo libro La corsara, una biografia di Natalia Ginzburg presentato al Premio Strega 2018 da Biancamaria Frabotta, è entrato nella finale del premio, classificandosi al terzo posto; un altro riconoscimento ottenuto da questo libro è il Premio Dessì per la narrativa 2018.
I suoi libri sono stati tradotti in Francia, Germania, Inghilterra, Spagna, Giappone, Polonia, Svezia, Romania, Slovenia e Serbia.
“Per un caso del destino, grazie al terzo matrimonio (con un veronese stabilitosi nella zona all’inizio del Duemila) mi sono ritrovata a vivere a otto chilometri da Amelia, la cittadina umbra da cui viene la famiglia di mio padre e di cui resta la traccia nel nome di un antico palazzo nobiliare del centro storico, Palazzo Petrignani, oggi proprietà del Comune. Vivo in campagna, dunque, dove passo la maggior parte del tempo, in mezzo a un gran numero di animali. Al momento tre cani, quattro gatti, sei galline. Per il resto vivo a Roma, nel quartiere Trastevere.”
LA SCRITTRICE ABITA QUI
Un po’ pellegrinaggio e un po’ seduta spiritica, questo libro porta dalla Sardegna di Grazia Deledda all’America di Marguerite Yourcenar, dalla Francia di Colette all’Oriente di Alexandra David-Néel, dall’Africa alla Danimarca di Karen Blixen, all’Inghilterra di Virginia Woolf. Un lungo viaggio in case-museo che, attraverso mobili e suppellettili, stanze e giardini raccontano la storia sentimentale delle più significative scrittrici del Novecento. Da Parigi alla Provenza, dal Kenya al Maine, da Copenhagen al Tibet, Sandra Petrignani le cerca nei loro oggetti, interroga i loro diari, la poltrona in cui si sedevano, il portafortuna da cui non si separavano, ma anche le persone che ancora conservano un ricordo vivo di loro. Così il viaggio, concretissimo, diventa favoloso, un giro del mondo dove a ogni tappa è come se le protagoniste in persona aprissero la porta e svelassero sottovoce i segreti della loro vita. Le mele nel tinello della Yourcenar e il suo cane ancora vivo, il tempio tibetano ricreato a Digne dalla David-Néel o la stanza chiusa che fu sua nel monastero del Sikkim dove si ritirò in meditazione, la Barbagia della Deledda con le fate e i folletti che influenzarono la sua fantasia, il grammofono della Blixen portato con sé dalla sua Africa in ricordo dell’uomo che aveva amato e perduto per sempre: Sandra Petrignani ascolta “la voce delle cose” e la traduce nelle affascinanti storie di questo libro.
ADDIO A ROMA
Due poeti si scambiano versi di notte sul Tevere: sono Pier Paolo Pasolini e Sandro Penna. Una donna bellissima e coraggiosa, fra molti amori e lotte per il potere, si batte per imporre l’arte astratta: è Palma Bucarelli. Uno scrittore giovane e già carismatico fa la spola fra Torino e la capitale per amore: è Italo Calvino. Un artista prestigioso e chiacchierato conquista la città con una mostra sensazionale: è Picasso. Una scrittrice cerca casa nel centro di Roma bisticciando con il marito: è Natalia Ginzburg. Un giovane americano scribacchia pettegolezzi sui giornali per pagarsi la casa in via Margutta: è Truman Capote. Pittori leggendari si arrabbiano in continuazione con le generazioni più giovani: sono Giorgio De Chirico e Renato Guttuso. Un marito e una moglie romanzieri litigano furiosamente in pubblico, ma forse si adorano: sono Elsa Morante e Alberto Moravia. Tra fatti della vita e clamorose dispute letterarie e artistiche, nascita e morte di vivaci testate giornalistiche, l’irripetibile stagione che vide i protagonisti della scena culturale romana al centro di un interesse mondiale, dalla povertà estrema dei primi anni ’50, al furore della Neovanguardia, ai ribaltamenti del Sessantotto fino alla decadenza dei primi ’70, rivive in un colorato affresco per celebrare un recente eppure lontanissimo passato.
FONTI:
SANDRA PETRIGNANI
WIKIPEDIA