Ha saputo creare uno stile unico e personalissimo, ha costruito un meraviglioso mondo immaginario dove tutto è possibile, oltre le lingue, le religioni e i confini geografici e culturali, dando sempre forza e intensità alle voci delle donne di tutto il mondo
Impegnata, coraggiosa, onesta e creativa, sempre fedele a se stessa facendo sentire la sua voce e dando forza e intensità alle voci delle donne di tutto il mondo. Isabel Allende non è soltanto una scrittrice, ma una forza della natura, che con il suo talento ha costruito un meraviglioso mondo immaginario dove tutto è possibile, oltre le lingue, le religioni e i confini geografici e culturali.
I mondi della scrittrice cilena Isabel Allende non hanno confini. Nel suo immaginario s’incrociano la storia recente e passata di Cile e Sud America e la propria vita famigliare, con il mito e il realismo magico: racconti di altri universi, personaggi mitologici e i sogni, che l’accompagnavano sin da bambina, avendo sempre la figura femminile come eroina, centro, luce, saggezza e forza. Criticata e riconosciuta in tutto il mondo, Isabel non ha mai perso la forza e il coraggio, accanto a una particolare sensibilità.
La Allende, scrittrice e giornalista, è una figura atipica nel panorama letterario e culturale sudamericano, paludato e maschilista. Nipote di Salvador Allende, primo presidente socialista del Cile, è stata uno dei simboli di opposizione al governo dittatoriale di Augusto Pinochet. Nel corso degli anni ha venduto più di 67 milioni di copie e le sue opere sono state tradotte in 40 lingue.
Isabel Allende è nata il 2 agosto 1942 a Lima, figlia di un diplomatico cileno, Tomas Allende, e di Francisca Llona. Il padre lasciò moglie e figli quando Isabel aveva appena due anni. La famiglia si trasferì dal nonno materno, un uomo benestante, in una bella casa a Santiago (poi evocata da Isabel Allende ne «La casa degli spiriti»), ma la piccola si rivelò subito vivace e ribelle, iniziando a contrastare ogni tipo di autorità, polizia e Chiesa prima di tutte. Nel 1973, dopo il drammatico colpo di stato che ha rovesciato il governo dello zio Salvador, Isabel Allende si è battuta da subito contro il regime militare e la sua sanguinosa repressione. Nel 1975 ha lasciato il paese insieme al marito e ai figli Paula e Nicolas, per andare in Venezuela.
Il suo stile è unico e caratteristico: unisce un linguaggio giornalistico e il realismo magico, la metafora e la brutalità, la responsabilità politica e storica e il romanticismo e la magia, il tutto condito da una acuta lucidità e un senso dell’umorismo dolce e indulgente. La sua opera è stata classificata nel movimento letterario conosciuto come posboom, definito anche da alcuni critici novisima literatura. In genere le sue opere sono o sembrano autobiografiche, ma lei preferisce definirle “memorias”, “collezioni di ricordi più vicine alla finzione che alla realtà”.
Paragonato spesso allo stile di un altro grande autore latinoamericano, Gabriel Garcia Marquez, il realismo magico di Isabel Allende è in realtà un modo di scrivere in evoluzione, accattivante, che si è andato affinando nel corso della sua vasta produzione letteraria. La stessa Isabel, sul suo sito ufficiale, ha definito la sua letteratura come un esempio di scrittura «realistica, che affonda le radici nella mia notevole educazione e nelle creature mistiche e negli eventi che hanno alimentato la mia immaginazione». Un’elaborazione creativa che molto spesso prende le mosse da eventi reali, da notizie curiose, da ritagli di giornale, approfonditi con cura e passione. In ogni passo dell’imponente produzione letteraria della Allende, in ogni opera della scrittrice cilena è possibile ravvisare le sue convinzioni femministe, il suo impegno per la giustizia sociale, segnali evidenti delle dure battaglie politiche che hanno tratteggiato la sua vita e plasmato le sue convinzioni. Simbolo di riscatto, di ribellione, di emancipazione, Isabel Allende è probabilmente la più grande scrittrice in lingua spagnola di sempre.
fonti: Enciclopedia delle donne e Elle