È in arrivo a Piacenza la seconda edizione del Festival della Nebbia, anche quest’anno organizzato da un collaudato gruppo di lavoro, forte dell’esperienza maturata in passato con quattro fortunate edizioni di “Profondo Giallo” e composto da Officine Gutenberg cooperativa sociale, Arci Cinemaniaci, Associazioni culturali Crisalidi e Il Papero, librerie Fahrenheit 451 e Bookbank libri d’altri tempi.
La rassegna – voluta dal Comune di Piacenza – si svolge in città da sabato 9 novembre, con un’anteprima dedicata alla città di Manchester e alla musica degli Smiths, a martedì 3 dicembre 2023, e prevede proiezioni cinematografiche, concerti, recital e incontri letterari con autrici e autori di caratura nazionale; e ancora, uno spettacolo teatrale itinerante sulle rive del Po e un reading sulla motonave che solca le acque del Grande Fiume. Tra gli eventi si segnalano il Premio Campiello 2024 Federica Manzon, il finalista allo Strega Dario Voltolini, gli omaggi a Michelangelo Antonioni, Giorgio Bassani e Vitaliano Trevisan, e ovviamente il debutto in narrativa del noto attore Claudio Bisio, che sarà accompagnato da Gigio Alberti.
Il cuore del Festival si svolgerà come sempre a Palazzo Farnese, ma tante e diverse saranno le location: i circoli Arci Belleri e Rathaus, i Giardini Sonori, la Limonaia di Palazzo Ghizzoni, l’auditorium Santa Margherita della Fondazione Piacenza e Vigevano, la Galleria Biffi, il teatro di Open Space 360° e infine lo spazio espositivo ‘694, recentemente ricavato nell’ex chiesetta di via Madoli. Questa vuol essere infatti anche un’occasione per valorizzare il nostro paesaggio nebbioso, per godere appieno l’atmosfera uggiosa e brumosa delle vie e dei vicoli della città, le sue chiese, i suoi palazzi e i suoi meravigliosi cortili, tra poesia e romanticismo.
Non c’è più la nebbia di una volta, si sente spesso dire. E forse è vero. Ma da queste parti, nel mezzo della Pianura Padana, la nebbia ce l’abbiamo dentro, è parte di noi.
La nebbia non è infatti solo un fenomeno meteorologico. È, soprattutto, una condizione dell’anima.
È simbolo e metafora: di malinconia sottile, di nostalgia dei tempi andati, di perdita della memoria (anche collettiva). È il mistero, l’ignoto, la minaccia, il pericolo dietro l’angolo. È la possibilità di nascondersi, di isolarsi, di scappare da tutto e da tutti. È solitudine e rifugio complice: “La nebbia”, diceva Umberto Eco, “è uterina. Ti protegge”. È impossibilità di vedere, di riconoscere, di conoscere il vero volto delle cose.
.