Aveva solo tre anni quando suo padre, il giornalista Walter Tobagi, venne assassinato: oggi Benedetta è una delle persone eccezionali che hanno saputo trasformare in impegno civile la propria tragedia.
Benedetta Tobagi è la figlia minore del giornalista Walter Tobagi, assassinato dalla “Brigata XXVIII marzo” il 28 maggio 1980. Laureata in Filosofia, ha lavorato alcuni anni nella produzione audiovisiva, occupandosi in particolare di documentari, e in campo editoriale. Collabora con il quotidiano la Repubblica; ha condotto la trasmissione Pagina 3 su Radio 3 e l’edizione 2011/2012 del programma mattutino Caterpillar AM su Radio 2 insieme a Filippo Solibello, Marco Ardemagni e Cinzia Poli. È dottore di ricerca in storia presso il dipartimento di italianistica dell’Università di Bristol e borsista di ricerca presso l’Università di Pavia.
Benedetta che aveva tre anni quando suo padre il giornalista Walter Tobagi venne assassinato da alcuni miserabili, è con Mario Calabresi, Umberto Ambrosoli, Sabina Rossa, Nando dalla Chiesa una delle persone eccezionali che hanno saputo trasformare in impegno civile la propria tragedia.
Alla base della scrittura di Benedetta Tobagi ci sono due desideri, quello di verità e quello di rendere giustizia alle vittime della stagione del terrorismo in Italia. Il suo libro più recente è un saggio storico, s’intitola Piazza Fontana, Il processo impossibile, Einaudi, dedicato alla prima grande strage di matrice neofascista rimasta impunita (12 dicembre 1969).
“Sono spesso i desideri enormi, le utopie che riescono a spingere le persone a fare cose che sembrano incredibili, mi piace molto un antico proverbio arabo che dice, se vuoi tracciare dritto il tuo solco, attacca il tuo aratro a una stella, qualcosa così al di sopra di te che non la puoi neanche toccare” disse in un’intervista recente.
Il suo primo libro, Come mi batte forte il tuo cuore, dedicato alla memoria del padre ha vinto numerosi premi, tra cui il Premio Estense, il Premio Sciascia, il Premio Capalbio, il Premio Brignetti Isola d’Elba e il Premio Napoli – Libro dell’Anno 2010 per la sezione “Letteratura italiana” e il Premio Libraio di Padova. Per la sua attività giornalistica ha vinto il Premiolino nell’edizione del 2011. Segue le attività di associazioni e centri di documentazione dedicati ai terrorismi e alle mafie (Rete degli archivi per non dimenticare). È stata promotrice del progetto della “Casa della memoria” sul terrorismo e le stragi a Milano. Il secondo libro, “Una stella incoronata di buio. Storia di una strage impunita” (Einaudi 2013) ha vinto il premio Lo Straniero e il premio Pozzale Luigi Russo. Nel settembre 2016 è uscito il suo libro “La scuola salvata dai bambini. Viaggio nelle classi senza confini” (Rizzoli). Nel 2019 ha pubblicato il saggio “Piazza Fontana. Il processo impossibile”
Nel 2011 ha vinto il Premiolino con la seguente motivazione: «Collabora con La Repubblica, scrivendo di questo paese con uno sguardo etico e mai moralista, con semplicità e cultura. Firma nuova e giovane, è il segno di un giornalismo d’impegno e credibilità che continua a tener alto il valore della comunicazione scritta»
COME MI BATTE FORTE IL TUO CUORE
“Hanno ucciso papà. Ma queste cose succedono nei film, non può essere vero. I compagni dell’asilo non mi credono. Allora insisto: ‘Hanno ammazzato papà, gli hanno sparato, bum! bum! bum! con la pistola’ e mimo con le dita la forma dell’arma. Una P38”. Walter Tobagi è morto a Milano il 28 maggio 1980, assassinato sotto casa da una semisconosciuta formazione terroristica. Era una delle firme piú prestigiose del “Corriere della Sera”. Aveva trentatre anni. La figlia Benedetta aveva tre anni. Era lí. Oggi Benedetta vuole capire. Con forza, con delicatezza, ricostruisce la figura pubblica e privata del padre in un racconto che intreccia spietate vibrazioni intime ad analisi storiche lucide e rigorose. Cercando di comprendere cos’erano gli anni Settanta. Un libro tenero e terribile in cui batte il cuore di un padre ritrovato.
Benedetta Tobagi ci conduce in un viaggio dentro i misteri recenti della vita italiana, per cercare di vedere anche al di là di una verità sempre incompleta e per fare in modo che una strage impunita non si riduca semplicemente a un luogo e a una data.
UNA STELLA INCORONATA DI BUIO. STORIA DI UNA STRAGE IMPUNITA
Manlio lavora in fabbrica fin da ragazzo; Livia studia per diventare insegnante. Quando si incontrano e si innamorano, decidono di condividere tutto: leggono e studiano insieme, insieme discutono di politica, viaggiano, ridono, lottano. Anche la mattina del 28 maggio 1974, in piazza della Loggia, sono insieme. Per puro caso, però, quando la bomba scoppia, Manlio sopravvive. Livia no. Livia muore con i loro migliori amici, Clem e Alberto, anche loro insegnanti, anche loro giovani impegnati in politica. Perdono la vita altre cinque persone, «non vittime, ma caduti consapevoli» che quella mattina di pioggia si ritrovano in piazza per il loro impegno antifascista. Da quel giorno, per Manlio Milani inizia una seconda vita tra aule di tribunali, aspettando una giustizia che non è mai arrivata, collezionando frammenti di una verità sempre incompleta. Benedetta Tobagi (il cui padre è stato ucciso il 28 maggio 1980, esattamente sei anni dopo la strage di Brescia) decide di sedersi accanto a Manlio, per provare, udienza dopo udienza, a raccontare la sua storia e quella di chi, come lui, ha vissuto quell’intensa stagione di lotte politiche e di risate, di discussioni estenuanti e di scioperi, di serate fra amici, di bombe e sotterranei tentativi di golpe. Di paura e speranze. E quando trentasei anni dopo ascolta con Manlio l’ennesima sentenza di assoluzione: «Tutti assolti per non aver commesso il fatto», capisce cosa vuol dire provare rabbia e impotenza verso chi ha nascosto e manipolato la verità.
FONTI:
WIKIPEDIA
RAI CULTURA