È una delle scrittrici più famose al mondo, da sempre i suoi romanzi hanno successo soprattutto tra gli adolescenti, dei quali descrive l’ambiente e le emozioni con pregnante forza narrativa
Una cosa è certa: della scrittrice giapponese Banana Yoshimoto si sa abbastanza poco. È una persona schiva e riservata che non ama stare sotto i riflettori. È nata nel 1964, ha un marito musicista, un figlio nato nel 2003 e una sorella famosa come disegnatrice di Manga.
Conosciuta come “Banana” da tutti, in realtà il vero nome della scrittrice è Mahoko. Da dove viene questo curioso pseudonimo? Qualcuno sostiene che si riferisca alla passione dell’autrice per i fiori rossi del banano, pianta di cui tiene un esemplare nella sua casa di Tokyo, ma “Banana” è anche un nome che si pronuncia quasi allo stesso modo in tutte le lingue e si ricorda facilmente. Lei ha dichiarato di averlo scelto perché lo reputa carino.
Mahoko Yoshimoto, in arte Banana dunque, è figlia di un famoso critico letterario e poeta giapponese degli anni Sessanta, che ha scritto un saggio anche su di lei. Mahoko ha iniziato la sua carriera come cameriera in un golf-club, ed è proprio nelle pause di lavoro ai tavolini di quel caffè che ha incominciato a scrivere.
Il suo romanzo più famoso è “Kitchen” , suo il romanzo d’esordio del 1988. Tradotto in venti lingue racconta la storia di Mikage, rimasta sola al mondo dopo la morte della nonna, ma le vere protagoniste sono le cucine che riempiono i suoi sogni e rappresentano il calore della famiglia perduta. Già in queste prime pagine si ritrovano i temi preferiti che ricorreranno in tutte le sue opere successive: l’amore, l’amicizia, il potere della casa e l’importanza della famiglia.
Dal libro sono stati tratti ben due film, uno girato a Hong Kong e l’altro in Giappone.
STILE DI SCRITTURA
Il suo linguaggio letterario è frutto di una rielaborazione in chiave letteraria del linguaggio dei manga giapponesi. Nel recuperare alcuni temi della letteratura popolare (situazioni stravaganti o paradossali, colpi di scena, l’ambiguità di un reale al limite del fantascientifico), i racconti di Y. evitano parametri troppo ripetitivi e convenzionali e rivelano una capacità costruttiva tutt’altro che ingenua; a essa fa da supporto un linguaggio sofisticato nelle parti descrittive, ricche di ellissi e associazioni, e disinvolto e spigliato nei dialoghi, che mantengono l’immediatezza di un parlare “giovane”.
Il suo libro preferito è Cime tempestose di Emily Brontë. Un grande classico per una scrittrice dalla voce così originale e moderna e un po’ fuori dagli schemi: e chi se l’aspettava? Ma, in fondo, Banana Yoshimoto è chiaramente dotata di un animo sensibile e di spirito romantico, perciò perché stupirsi? Oltre a Emily Brontë le piacciono molto anche Isaac B. Singer, Truman Capote e David H. Lawrence.
Innamorata del nostro Paese soprattutto per l’arte e il cinema, Banana ha confessato che i suoi registi preferiti sono Dario Argento e Nanni Moretti. Su quest’ultimo ha scritto anche un saggio, in cui spiega che lo apprezza perché «è serio ma allo stesso tempo comico». Quanto alla passione per Dario Argento, l’autrice di Kitchen ha detto: «Da ragazzina ero ossessionata dall’idea di non essere normale, ma quando ho visto le immagini dei film di Dario Argento ho sentito che mi veniva concessa la possibilità di stare al mondo»
FONTI:
TRECCANI
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