Le protagoniste dei suoi libri sono libere e indipendenti, coraggiose e agili, come delle acrobate padrone del loro corpo e capaci di arrampicarsi ovunque per avere uno sguardo dall’alto, uno sguardo allargato
Astrid Anna Emilia Ericsson nasce nel 1907 a Vimmerby, nella Svezia meridionale, dove passa l’infanzia nella fattoria di famiglia, insieme al fratello e alle due sorelle. A diciott’anni si trasferisce a Stoccolma, dopo essere rimasta incinta e aver lasciato in adozione temporanea il figlio Lars; è una delle prima occasioni in cui dimostra quanto la morale e le convenzioni le stiano strette. Solo dopo il matrimonio prende il nome di Astrid Lindgren, si ricongiunge con Lars prima che nasca la seconda figlia Karin, a cui racconta per la prima volta le avventure di Pippi Calzelunghe.
Nella sua lunga carriera l’autrice ha ricevuto numerosi riconoscimenti tra cui il Premio Hans Christian Andersen, il Lewis Carroll Shelf Award, l’International Book Award dell’UNESCO e due lauree ad honorem. Il governo svedese le ha inoltre dedicato uno dei più importanti premi per la letteratura dell’infanzia.
L’opera di Lindgren arriva in Italia solo nel 1958, grazie alla traduzione di Pippi Calzelunghe (uscita in Svezia quasi quindici anni prima) di Donatella Ziliotto. Pedagogisti, insegnanti e genitori sono spiazzati dall’anticonformismo della protagonista, dalla sua vita indipendente e senza genitori, dal suo costante mettere in crisi e in ridicolo le convenzioni. Alcuni traduttori cambiano persino alcune parole che ritengono poco adatte.
Pippi Calzelunghe, con i suoi personaggi stravaganti e ribelli, è un romanzo che ha saputo lasciare un segno indelebile nell’infanzia di molti bambini. La bambina dalle indimenticabili trecce rosse che va in giro per il mondo con un cavallo bianco di nome Zietto e una scimmietta di nome Signor Nilsson, è un personaggio così anticonvenzionale che è stato in grado di ribaltare gli stereotipi delle eroine femminili radicati da tempo.
Tra le bambine e i bambini ha successo fin da subito e molte persone ringraziano l’autrice a distanza di anni per il senso di liberazione che i suoi libri sono capaci di infondere. Ziliotto porta in Italia Pippi, e altre opere straniere, sostenendo proprio l’importanza e la necessità di una letteratura che restituisca all’infanzia la possibilità di crescere in modo autonomo, senza sentirsi incompresa e sopraffatta dagli adulti, da cui i libri di autori e autrici come Astrid Lindgren possono insegnare a difendersi.
Alcune ricerche hanno poi confermato che molte delle ragazze dei movimenti studenteschi di fine anni Sessanta hanno letto Pippi Calzelunghe, traducendo più o meno consapevolmente il pensiero di Astrid Lindgren e dei suoi personaggi nelle istanze politiche e sociali della lotta e della ribellione al pensiero conformista e piccolo-borghese.
Prima e dopo Pippi, questo è il nuovo criterio di datazione per la moderna letteratura per l’infanzia. E per gli scrittori Astrid Lindgren è un modello con quale, accettandolo o rifiutandolo, non possono comunque fare a meno di misurarsi
Pippi fu sicuramente il personaggio che rese celebre Astrid Lindgren, ma la scrittrice svedese ha dato vita nel corso della sua carriera a innumerevoli racconti e personaggi indimenticabili: da Emil di Lönneberga a Karlsson sul tetto, dai monelli di via dei Monelli ai bambini protagonisti di albi illustrati, racconti e fiabe poi diventati film e cortometraggi.
Astrid Lindgren scrisse più di 115 altri racconti, inclusi gialli, racconti di avventura, fantasy e lavori per la televisione svedese e il cinema. Contemporaneamente divenne responsabile della sezione dedicata a bambini e ragazzi della casa editrice Rabén&Sjögren, e per quasi trent’anni, fino al 1970, la sua vita sarà dedicata all’ideazione e alla pubblicazione di letteratura per l’infanzia. A lei dobbiamo la pubblicazione di libri di enorme successo che hanno fatto sognare i bambini di tutto il mondo, come La tela di Carlotta di Elwyn Brooks White, Il matrimonio dei conigli di Garth Williams, Dov’è il mio bambino? e Vedere il circo di Hans Augusto Rey.
FONTI:
LIBRIAMOCI
DONNE MAGAZINE