Scrittrice e saggista indiana, Anita Desai tratta la figura femminile nelle varie fasi dell’esistenza e nelle sue opere offre una visione originale e sconosciuta dell’India.
Scrittrice indiana di lingua inglese (n. Mussorjee 1937) di madre tedesca e padre indiano, i temi dei suoi romanzi riguardano la società dell’India postcoloniale, soffermandosi con attenzione sulla condizione della donna; tratteggia infatti con particolare efficacia e sensibilità personaggi femminili spesso alla ricerca di una propria identità in un contesto di oppressione e di conflitto tra generazioni, donne che tentano di individuare un proprio progetto di vita o di sottrarsi a una realtà poco accogliente, tra disillusioni e insoddisfazioni. La sua prosa, puntuale e allo stesso tempo densa di significativi rimandi, possiede un notevole capacità evocativa di suoni, immagini, odori, atmosfere.
Anita frequenta la scuola della missione anglicana nella vecchia Delhi, per cui l’inglese è stato la sua prima lingua scritta, che da quel momento rappresenta per lei la lingua della letteratura. La scrittrice studia anche la lingua e la letteratura indiana. La famiglia Mazumdar è molto coinvolta nel movimento di liberazione, e sia il nonno sia lo zio dell’autrice trascorrono molti anni nelle prigioni indiane.
Anita rivela ben presto una profonda passione per la lettura e la scrittura, favorita dalla ricca biblioteca di famiglia e dall’ambiente intellettuale in cui cresce. A sette anni comincia a scrivere racconti e a nove ne pubblica uno su una rivista per bambini.
Nel 1958 sposa Ashvin Desai, dirigente aziendale laureato in fisica che morirà nel 1978.
Nel 1986 Anita Desai insegna al Girton College, Cambridge University, l’anno successivo è Visiting Professor allo Smith College in Massachussetts e nel 1988 insegna al Mt Holyhoke College. A partire dal 1993 è stata docente di scrittura creativa per un decennio al MIT di Boston e vive attualmente negli Stati Uniti.
Il suo debutto avviene nel 1963 con il romanzo Cry, the Peacock (pubblicato in Inghilterra dall’editore Peter Owen, specializzato in letteratura del Commonwealth britannico), brillante descrizione della follia in cui precipita una giovane donna bramina che uccide il marito. Segue nel 1965 Voices in the City, in cui tre hindu di casta elevata vengono coinvolti nei contrasti sociali a Calcutta, capitale di un mondo di degrado e miseria. The Village By The Sea (1982) è un romanzo per ragazzi con molti tratti autobiografici.
La scrittrice «sente l’India come un’indiana, ma pensa al proprio Paese da outsider». In questo senso si può comprendere un certo disprezzo occidentale presente nelle sue opere rispetto alle abitudini e alle usanze indiane. In lei convivono in modo originale le due anime della famiglia d’origine. I suoi romanzi e i suoi racconti sono legati alle tematiche femminili, alle difficoltà derivanti dal matrimonio, all’isolamento delle donne in casa e nella famiglia, alla solitudine degli esseri umani. La sua opera si caratterizza per una visione piuttosto cupa della vita, in cui nessuno ha un ruolo vincente.
Negli ultimi anni Anita Desai si interessa alla poesia come modello per la scrittura e intende attingere a questo genere letterario per la lingua delle sue opere. In esse si percepiscono le tracce dei diversi idiomi conosciuti (inglese, tedesco, hindi, urdu). L’uso del linguaggio è molto plastico e rispecchia l’inclinazione poetica, che emerge soprattutto nei racconti e in particolare nelle espressioni liriche delle emozioni e nelle descrizioni del paesaggio interiore (oltre che esterno). La scrittrice usa spesso strutture sintattiche articolate e ipotattiche, che riescono a rendere in modo sapiente i colori, i suoni e le atmosfere dell’India.
FONTI:
ENCLICOPEDIA DELLE DONNE
TRECCANI