Protagonista del Novecento letterario europeo, è figura eclettica. Si rivolgeva in particolare alle donne, invitandole a opporre ai tedeschi e ai fascisti una “sorda e silenziosa resistenza”, dando anche meticolose istruzioni alle impiegate su come fare opera di “sabotaggio”.
Alba Carla Lauritai de Céspedes y Bertini (Roma, 11 marzo 1911 – Parigi, 14 novembre 1997) è figura eclettica di scrittrice, poetessa, autrice di testi per il cinema ed il teatro, radiocronista, giornalista e intellettuale impegnata. Figlia dell’ambasciatore cubano in Italia Carlos Manuel de Cespedes y Quesada – che sarà anche nel 1933 per pochi mesi presidente della repubblica dell’Avana – e della romana Laura Bertini Alessandrini, nacque l’11 marzo a Roma, ma considerò sempre la sua vera patria Cuba, di cui il nonno era stato nel 1868 il primo presidente.
Il suo primo romanzo, Nessuno torna indietro (diventato un bel film di Alessandro Blasetti nel 1943 e uno sceneggiato televisivo diretto da Franco Giraldi nel 1987) venne pubblicato nel 1938 da Mondadori che dovette faticare non poco per evitare che la censura del regime fascista ritirasse dalle librerie quello che, in breve tempo, sarebbe diventato un best-seller internazionale: il libro ottenne infatti uno straordinario successo di critica e di pubblico e vinse anche il Premio Viareggio ex aequo con Vincenzo Cardarelli, vittoria che però verrà annullata a entrambi nel giro di qualche ora per motivi politici. In questo romanzo de raccontava, sullo sfondo dell’Italia fascista, le vicende di otto ragazze, diverse per estrazione sociale, provenienza geografica e atteggiamento, unite dal microcosmo di un elegante pensionato per universitarie. De Céspedes aveva “osato” dar voce a una femminilità libera, conscia di sé e delle proprie risorse, desiderosa di ridefinire i contorni della propria esistenza ed estranea ad ogni idea di “angelo del focolare”.
Durante la guerra, partecipa alla Resistenza. Restano, di questi anni, insieme alle scritture diaristiche, le veline redatte per Radio Bari, la prima radio libera in Italia dopo l’armistizio dell’8 settembre, che trasmetteva le prime notizie relative alla situazione del Regno del Sud e alle forme spontanee di resistenza contro il nazifascismo. Qui, all’interno del programma “Italia Combatte” cui collaborarono personaggi famosi quali Arnoldo Foà, Ubaldo Lay, Pio Ambrogetti, Antonio Piccone Stella, Anton Giulio Majano, con lo pseudonimo di Clorinda, Alba de Cespedes raccontava il suo attraversamento delle linee e si rivolgeva in particolare alle donne, invitandole a opporre ai tedeschi e ai fascisti una “sorda e silenziosa resistenza”, dando anche meticolose istruzioni alle impiegate su come fare opera di “sabotaggio”.
Nel settembre 1944 fondò, nella Roma appena liberata dai tedeschi, la rivista letteraria “Mercurio. Mensile di politica, arte e scienza” attiva fino al 1948: un progetto culturale dove si incontravano passione civile e interesse letterario e al quale aderirono firme di eccellenza come Alberto Moravia, Eugenio Montale, Sibilla Aleramo, Paola Masino, Natalia Ginzburg, Mario Luzi, Aldo Palazzeschi, Renato Guttuso, Giorgio Morandi, Toti Scialoja. Quando la rivista chiuse, alla fine del 1948, Alba iniziò a collaborare al settimanale “Epoca”, diretto allora da Enzo Biagi, curando una rubrica dal titolo Dalla parte di lei che sarebbe diventato anche il titolo di un suo romanzo del 1949.
Alba morirà a Parigi nel 1997, all’età di ottantasei anni, otto giorni dopo aver donato tutte le sue carte e documenti agli Archivi Riuniti delle Donne – che avevano allora sede a Milano nella casa della centenaria Unione Femminile Nazionale e che facevano capo a Annarita Buttafuoco e a Marina Zancan. Un archivio ricchissimo, raccolto in ordinati faldoni, che inizia ancora prima della sua nascita e arriva sino alla morte, tanto più eccezionale in quanto di solito i fondi femminili sono scarsi – la maggior parte delle donne non si ritiene tanto interessante da raccogliere i documenti della propria vita, né immagina che dopo la morte qualcuno sia interessato ad occuparsene. Quando morì, Alba non era riuscita a ultimare la sua ultima opera: Con gran amor comparirà però, completato a cura delle edizioni Mondadori, all’interno del volume dei “Meridiani” uscito nel 2011, centenario della sua nascita.
FONTI e APPROFONDIMENTI:
– Enciclopedia delle donne http://www.enciclopediadelledonne.it/biografie/alba-de-cespedes/
– Fondazione Mondadori (https://www.fondazionemondadori.it/introduzione-ai-fondi/alba-de-cespedes/)
DALLA PARTE DI LEI, seconda edizione 1953
Roma, 1939. Storia di due donne, una madre e una figlia: la loro educazione, i loro sentimenti, i loro amori, le loro frustrazioni sullo sfondo drammatico degli anni della guerra. Alessandra è una bambina che nasce a Roma, poco dopo la morte del fratellino di tre anni, la sua famiglia è formata dalla madre, insegnante di pianoforte presso le famiglie benestanti, il padre un impiegato statale e Sista la domestica. La madre morirà e Alessandra verrà mandata in Abruzzo dai parenti del padre, parenti che la ragazza neanche conosce. Alla continua ricerca dell’amore Alessandra torna a Roma proprio mentre scoppia la guerra. Conosce Francesco che diventerà suo marito. Altro personaggio fondamentale è l’amica Lydia che sarà presente e fondamentale in tutti i momenti cruciali della vita di Alessandra. Francesco è un comunista ed è grazie a lui, ma senza il suo consenso, che Sandi diventerà una partigiana. Poi ci sono Claudio, Tommaso, la nonna abruzzese e la nonna attrice, i bombardamenti, le finestre e il lato oscuro di Alessandra.