Il teatro, la radio, la tv, il cinema, la scrittura, l’opera lirica, un’icona a cui tutti devono qualcosa: le “milanesi” che la vedono come vertice di emancipazione, la comunità queer, i maschi in termini di autocoscienza
Attrice, sceneggiatrice, regista, scrittrice: quattro parole che non riescono a contenerla tutta. Si potrebbe definirla una rivoluzionaria della comicità, capace di proporre, come attrice e autrice, un teatro fatto per divertire e, insieme, per pensare. Franca Valeri (31 luglio 1920-9 agosto 2020) è lo pseudonimo di Alma Franca Maria Norsa (il nome d’arte è un omaggio al poeta francese Paul Valery) può vantare una straordinaria carriera teatrale, cinematografica, radiofonica e televisiva e pure scrittrice. Celebre per le sue caratterizzazioni (fra tutte ricorderemo almeno la signorina Snob e la signora Cecioni), ha affiancato alla sua pratica artistica una attività autoriale, che ha dato luogo a una serie di pubblicazioni distribuite negli ultimi sessant’anni.
Quello che caratterizza in modo inequivocabile lo stile di Franca Valeri sono l’uso intelligente e raffinato dell’ironia, e la capacità dei suoi personaggi di riuscire a far riflettere su quelli che sono i vizi e le virtù della società, peculiarità di cui pochissimi altri sono stati capaci. Rivoluzionaria e inimitabile, è stata tra le prime ad aver portato e affermato la comicità femminile, intelligente e mai banale, nel mondo dello spettacolo.
Di fronte a lei i maschi diventano piccoli. Rivedere i frammenti della Valeri televisiva a Techetechete è una gioia e un momento di alta formazione: tante cose avvenute dopo forse non avrebbero avuto lo stesso corso, compresa la terza rete di Angelo Guglielmi (dalla Tv delle ragazze in poi). Per non parlare di alcuni frammenti di genio radiofonico. Forse (pur tanto diverse) la compianta Anna Marchesini, Paola Cortellesi e Sabina Guzzanti – per citare alcune protagoniste- non sarebbero state le stesse. C’è un risvolto politico, poi, da non rimuovere. Franca Valeri ha accompagnato l’occupazione del Teatro Valle di Roma, dove aveva recitato e dove ritrovava lo spirito simpaticamente eversivo che la sua estetica ha portato al successo in un vasto pubblico. Che l’ha amata e l’amerà perché la rivoluzione è degli educati, come proclamò lei stessa verso la fine. Già, i maleducati hanno preso il potere. I cretinetti (per ora) sembrano in vantaggio. Elegante, unica, fuori dagli schemi. Franca Valeri ha incarnato un secolo di femminilità all’italiana nel mondo della cultura che aveva sapientemente occupato creando un modo nuovo di essere attrice, intellettuale e donna.
Ha pubblicato Il diario della Signorina Snob (Mondadori 1951, Lindau 2003), Le donne (Longanesi 1960), Le Catacombe (Cappelli 1961), Questa qui, quello là (Longanesi 1965), Toh, quante donne! (Mondadori 1992, Lindau 2004), Tragedie da ridere – Dalla Signorina Snob alla vedova Socrate (La Tartaruga 2003), Animali e altri attori – Storie di cani, gatti e altri personaggi (Nottetempo 2005), Di tanti palpiti. Divertimenti musicali (La Tartaruga 2009), Bugiarda no, reticente (Einaudi 2010) e Donne (Einaudi 2012), Il secolo della noia (Einaudi, 2019).