Scrittrice impegnata a scavare nei vissuti femminili interpretati sovente in un lacerante contrasto tra ruolo coniugale e materno. Autrice di 23 romanzi per adulti, 16 romanzi per ragazzi, e poi di novelle, libri di saggistica, e perfino di alcune commedie
Lucilla Andreina Calfus nasce a Milano il 10 ottobre 1886 da Luigi Calfus, garibaldino e patriota e Ada Oldini, aristocratica. Ha viva attitudine alla musica e alla recitazione. Giovanissima sposa il commediografo e letterato Luigi Antonelli (1882-1942), artista inizialmente senza soldi, il che la spinge verso l’impegno letterario. Il marito otterrà il giusto successo solo più avanti.
Lucilla esordisce sulla rivista La Donna, pubblica poi sulla rivista de La Tribuna ed altre testate.
Nel 1920 la raccolta di novelle Il metro, le forbici e l’amore suscita consensi di critica, compreso l’encomio di Ada Negri, mentre con Il prezzo della gioia su La Domenica del Corriere si fa definitivamente notare.
Amica di Grazia Deledda, pubblica sulle riviste della Vallardi e su La Lettura, rivista del Corriere della Sera. Scrive anche commedie (una ventina) alcune delle quali vengono rappresentate sia in Italia sia in America.
Dal 1930 trasmette alla radio la rubrica intitolata “cantuccio dei bambini” , trasformata nel 1938 in “Camerata dei Balilla e delle Piccole Italiane”. Scrive romanzi, tra i quali Tuo marito per il quale ha l’onore di essere ricevuta a corte da S.M. la Regina, Paradiso delle rose, L’uomo senza nome.
Scrive anche racconti per bambini, e per la casa editrice Corbaccio dirige una collana per l’infanzia, chiamata in suo onore “Lucilla”.
Stimata da Ada Negri, fece parte dell’Academia Latinitatis Excolendae e dell’Accademia Filologica Italiana; fu consigliere ONAS, socia per chiara fama della SIAE; medaglia d’oro della città di Milano, medaglia d’oro del giornalismo, vincitrice di due premi di cultura della Presidenza del Consiglio.
A Milano la giovane autrice avviò una continuativa attività di novelliera su riviste come «La Donna», «Scena illustrata», «Illustrazione italiana» nonché sui supplementi del «Corriere della sera» e in particolare sul «Corriere dei piccoli» (dal 1917 al 1922) e più tardi su «La Lettura» (dal 1923 al 1938), su «Amica» e «Mammina».
Si andò così delineando a poco a poco la sua fisionomia di scrittrice impegnata a scavare nei vissuti femminili interpretati sovente in un lacerante contrasto tra ruolo coniugale e materno.
Grazia Deledda sembrerebbe aver incoraggiato la scrittrice a pubblicare un diario denso di spunti lirici sulla maternità (Tuo marito, 1934) che insieme al più maturo La voce di Mirella (1954) è considerato dalla critica tra le opere migliori della scrittrice.
Rimasta vedova nel 1942, Lucilla trascorse gli anni della guerra a Genova, ma ritornò a Milano alla fine del conflitto. Nella sua produzione per adulti della maturità si ritrovano i temi sentimentali e il dolente ripensamento autobiografico
Morì a Milano il 1° febbraio 1975.
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