“Mi leggono le donne dai 12 ai 90 anni e vado in classifica dai tempi di Moravia!“ È una delle firme più amate della narrativa contemporanea. I suoi romanzi sono tradotti in venti Paesi e hanno venduto oltre 12milioni di copie.
Chi è davvero Sveva Casati Modignani? Sveva Casati Modignani è uno pseudonimo sotto il quale sono stati pubblicati vari romanzi a partire dal 1981. Sotto questo nome si sono celati Bice Cairati (Milano, 13 luglio 1938) e il marito Nullo Cantaroni (Milano, 27 agosto 1928 – Milano, 19 settembre 2004).
Figlia di un commerciante che, al contrario della madre fredda e capricciosa, la indirizza con dolcezza sin dall’infanzia alla lettura, ha il suo primo impiego come segretaria in un ufficio di rappresentanza commerciale di birre, dopo aver lasciato l’università in cui studiava Lingue. Lavora poi con Carlo Cardazzo nella sua Galleria del Naviglio, quindi diventa pubblicista nel 1965 quando collabora al quotidiano del pomeriggio di Milano, La Notte, diretto da Nino Nutrizio. Collaborerà poi con Lo Specchio di Giorgio Nelson Page, Il Milanese, con Angelo Rozzoni e con L’Europeo, intervistando tra gli altri i Beatles, l’ex re Umberto II di Savoia, Joséphine Baker, Mina, Wanda Osiris, Susanna Agnelli e Luchino Visconti.
Bice inizia a scrivere nel 1980 per non far andare perse le memorie private della nonna. Nel 1981 pubblica il suo primo romanzo, Anna dagli occhi verdi. Già in quell’occasione il libro fu scritto a quattro mani col marito che di professione faceva il giornalista. I due si erano conosciuti nel 1960 a Parigi. Per spiegare come funzionasse il loro modus operandi Bice aveva detto: “Io ero quella che raccontava, lui quello che rileggeva, criticava, correggeva”.
In realtà dopo i primi tre romanzi, nel 1984 il marito si ammala e potrà collaborare sempre meno alla stesura degli scritti. Da allora, pur lavorando di fatto da sola, Bice mantenne ovviamente lo pseudonimo di Sveva Casati Modignani inventato dall’editor della casa editrice Sperlin&Kupfer Tiziano Barbieri Torriani. Il suo intento era quello di suggerire nobili origine della scrittrice.
Le protagoniste dei suoi romanzi sono donne sono forti e indipendenti: «Tengo molto al tema del riscatto femminile, le donne sono capaci di affermarsi da sole, senza bisogno degli uomini».
Quella famosa intervista a Luchino Visconti… «Ero a Venezia per il Festival del Cinema e il suo agente mi organizzò un incontro… nella sua stanza da bagno, mentre lui era disteso in vasca, sotto una coltre di schiuma! Ero così imbarazzata che non mi venne in mente nessuna domanda. L’intervista la facemmo la sera seguente. Ad una cena di gala, a tavola».
E incontrò i Beatles… «Alloggiavano in un hotel in via Hoepli, c’era la ressa. Sentii dal portiere che avevano chiesto qualcosa dalla cucina, intercettai una cameriera che saliva con il vassoio, le diedi una mancia, mi misi la sua divisa ed entrai al posto suo. Dentro la camera c’era una puzza enorme, odore di erba, gente stravaccata. Paul McCartney era il più bellino, ma era strafatto. Ho pensato che fossero ubriachi. Invece si accorsero subito che non ero la cameriera e un energumeno mi accompagnò fuori. Ci ricamai su nel mio articolo…».