Aveva solo 18 anni quando scrisse il suo capolavoro “Bonjour Tristesse” che fece scalpore e scandalo, e che venne messo all’indice dal Vaticano
Pseudonimo di Françoise Quoirez (giugno 1935-settembre 2004), il nome Sagan fu scelto perché è quello di un personaggio della Recherche proustiana, la Principessa Sagan.
Inizia giovanissima a scrivere, per la rivista Elle, dei brevi servizi dall’Italia, che avevano come titolo Buongiorno Napoli, Buongiorno Venezia, titolo che già richiama quello del suo primo grande successo: Buongiorno tristezza.
Pubblicato nel 1954, il libro venne messo all’indice dal Vaticano, cosa che ne fece aumentare vertiginosamente le vendite. Ricevette anche il Prix des Critiques, assegnato da una giuria composta da insigni esponenti della letteratura francese.
Dopo la Seconda Guerra Mondiale in Francia si formò un movimento culturale chiamato Stendhal, spesso segnalato per un certo cinismo e una chiara inclinazione all’erotismo e la Sagan ne prese attivamente parte.
Per molti lettori dell’epoca era quasi impensabile che fosse stata lei a scrivere quei libri così amari e disincantati; da una ragazza della sua età ci si aspettava “vanità, egoismo, affettazione, impertinenza, ingenuità, falsa modestia”. Nessuna tragedia ha plasmato la sua vita: i suoi genitori erano normali e innamorati; la sorella maggiore era sposata e il fratello il suo migliore amico. Cresciuta a Parigi come molte ragazze della sua età, durante le vacanze estive Sagan ha avuto l’ispirazione per quel suo primo libro che è stato pubblicato in 450.000 copie solo in Francia e circa un milione in America.
Con una vita molto sregolata, amante dell’alcol e delle macchine veloci, Françoise incarna tutta quella generazione di donne che hanno deciso di esibire la loro indipendenza e spregiudicatezza, anche attraverso la trasgressione e diventa ben presto un’icona degli intellettuali degli anni cinquanta e sessanta. Françoise Sagan divenne quindi il simbolo della ragazza libera che rappresentava la gioventù francese del dopoguerra (la macchina, i blue jeans, il bello, il whisky), erede di Colette si è sposata due volte, ha avuto anche due compagne: Peggy Roche, con cui ha vissuto quindici anni, e la ricca Ingrid Mechoulam che la salvò dalla miseria, isolandola però dal mondo.
Grandissimo il successo dei suoi romanzi, da alcuni dei quali sono stati tratti anche dei film. Autrice molto prolifica (più di 50 opere tra romanzi, sceneggiature e opere teatrali), ma nonostante il suo talento precoce e la sua produzione, la maggior parte delle persone oggi farebbe fatica a nominare un altro dei suoi lavori.
Ha vissuto i suoi ultimi anni dimenticata e in gravi difficoltà economiche. È morta in una clinica della bassa Normandia nel 2004.
fonti: Elle e Wikipedia
Tra un
mese tra un anno
è un romanzo atipico. Non sembra propriamente un’opera letteraria,
bensì una cronaca sentimentale dell’uomo moderno, nonostante il libro sia stato
scritto nel 1965, più di 50 anni fa. Il volume narra le vicende di cuore, un
organo in decomposizione in questo caso, di 9 personaggi della borghesia
francese degli anni ‘60: lo scrittore Bernard e sua moglie Nicole, la 25enne
ribelle Josée e il suo fidanzato Jacques, la cinica soubrette Beatrice, i
coniugi 50enni Alain e Fanny, il loro nipote Edouard e l’attempato regista
teatrale André Jolyet. L’arco narrativo si estende per un periodo di un anno: i
protagonisti infatti trascinano i loro problemi esistenziali in tutte le
stagioni, cappotti e costumi da bagno compresi.
Occhi di
seta
Diciannove racconti, diciannove variazioni su un tema, diciannove
storie da leggere tutte d’un fiato come un romanzo. Personaggi inquieti,
insofferenti, fragili, soli, forse innamorati. Che non sanno cosa vogliono
perché non sanno cosa cercano e capovolgono i loro destini con azzardo, con
paura, senza sapere cosa fanno, per colpa di uno sguardo, di un paesaggio, o di
una parola. Ed ecco allora che una donna decide di sposare l’amante che voleva
lasciare, che un attore ricco e fortunato si uccide, che una femme fatale
incontra la fatalità, che un uomo tranquillo si ritrova improvvisamente
disgustato dalla sua tranquillità. Diciannove racconti scritti con una dolcezza
amara che mira al cuore. Françoise Sagan spoglia questi personaggi e li mostra
per quello che sono, soli, con una solitudine che pesa su ognuno di loro. Una
solitudine che la Sagan afferra e attacca al muro, ci permette di contemplarla,
magari con un sorriso.
Le nuvole meravigliose
In queste “Nuvole meravigliose” c’è anche più coraggio che nelle altre opere. questa storia di una dedizione assoluta (e di una pretesa a ricevere tutto) di un uomo per una donna non è solo il contrassegno di un tempo, ma veramente il paradigma di un sentimento isolato e forsennato. La passione di Alan è furibonda, ma esclusiva fino alla scarnificazione: tutto è farsa, tutto può essere giocato, niente è abbastanza forte, gusto o vero per trattenere un uomo, la vita compresa: questo suo amore escluso. Con una straordinaria acutezza di sguardo, con una sapienza narrativa spoglia quanto efficace, ancora una volta F. Sagan coinvolge il lettore in una sfera in cui è rischioso riconoscersi quanto rifiutarsi di farlo, ma da cui si esce consapevoli di qualcosa di sé che era vero e si ignorava