ROBERTO DASSONI
“Puppies”
a cura di Elisa Bozzi
Dal dal 5 al 20 luglio 2019
Hanno fatto la loro prima comparsa nel 2017 e si sono fatti notare nel 2018 sfilando nelle manifestazioni LGBT di Milano, Roma e Napoli. Benvenuti nel meraviglioso mondo dei puppies, una delle comunità più recenti della cultura fetish in Italia.
I puppies sono un gruppo di persone che ha come scopo principale di fare uscire il proprio istinto canino. Ma non stiamo parlando di sesso. I puppies amano mostrare il loro lato canino in modo giocoso, nella vita di tutti i giorni. I puppies si distinguono dal resto dell’immaginario fetish perché indossano maschere col muso di cane (of course!), insieme ad una serie di altri accessori: code posticce, collari, catene e pettorine. Ma non parlategli di dogslave. Il puppy non è sottomesso, e non ha un padrone (master) ma un accompagnatore/amico (handler) con cui giocare. Perché è il gioco che muove tutto e che anima queste persone, che sia a due o a quattro zampe.
Roberto Dassoni li ha incontrati a Milano durante una delle loro serate e li ha immortalati creando piccoli ritratti realizzati in analogico.
Dassoni tira fuori la sua passione per le istantanee dal fascino retrò, proposte senza filtro, senza trucchetti da post-produzione: davanti alla macchina e sulla carta c’è solo la realtà così com’è. Scatta con una Fuji Instax Mini e con una Polaroid, prototipo della fotografia istantanea che riporta la mente ad altri tempi, anche se, a dire il vero, la fotografia istantanea sta vivendo una nuova giovinezza. E, sempre stando nel capo dell’analogico, Dassoni utilizza anche una vecchia Rolleiflex a pozzetto, dagli anni Venti oggetto del desiderio di chi lavora su pellicola.
Grazie all’accessibilità del digitale, la fotografia è diventata una consuetudine automatica e meccanica lasciando perdere un po’ quel fascino che aveva (certo, fotografi eccezionali che lavorano in digitale ce ne sono). Quello di Dassoni è un ritorno al passato non nostalgico, fatto di una nuova consapevolezza per il mezzo che utilizza. Si tratta di un ritorno a un rapporto più conflittuale con la macchina fotografica, più meccanico, fatto di gesti, tentativi e belle sorprese o brutti scherzi della pellicola.
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ROBERTO DASSONI – Dopo la Laurea a Milano è diventato giornalista pubblicista specializzandosi nella produzione di format televisivi.
Dopo un periodo trascorso a Los Angeles, ha iniziato l’attività di produzione video.
Dal 2003 ha creato e curato per il Comune di Piacenza il concorso nazionale per Videomakers LOCATION PIACENZA. Ha diretto spot televisivi e video aziendali (clienti: Sapio, Caleffi, Bayer, Cantina Valtidone, Croce Rossa, Triennale di Milano, Formec Biffi, Emilcotoni) ma è specializzato nei documentari culturali e d’arte. Ha prodotto anche molti video per la promozione turistica del territorio, per il Comune e la Provincia di Piacenza e ha sviluppato una serie di video documentari sul tema del pugilato.
Collabora con il Politecnico di Milano polo di Mantova per la realizzazione dei video e con l’architetto Matteo Vercelloni per la realizzazione del Costa Design Museum.
Nel 2009 ha esposto presso il Laboratorio delle Arti di Piacenza il progetto JENIFER, Oracolo Automatico #1. Sempre con lo stesso tema ha vinto il contest Diesel “More than Zero” con il video BabyDoll realizzato interamente con fotografie. Nel 2014 una nuova mostra presso la Libreria Bookbank di Piacenza.