C/ARTE “Una, Nessuna, Centomila”
di Ada Anselmi, a cura di Elisa Bozzi
Dal 15 al 30 luglio 2016
“Non mi conoscevo affatto, non avevo per me alcuna realtà mia propria, ero in uno stato come di illusione continua, quasi fluido, malleabile; mi conoscevano gli altri, ciascuno a suo modo, secondo la realtà che m’avevano data; cioé vedevano in me ciascuno un Moscarda che non ero io non essendo io propriamente nessuno per me: tanti Moscarda quanti essi erano.”
Vitangelo Moscarda è il protagonista del romanzo di Luigi Pirandello “Uno, nessuno, centomila”, da cui la mostra prende il nome. Un uomo che, di punto in bianco, decide di conoscersi, indipendentemente da come gli altri lo vedono.
Qualche anno fa Ada Anselmi si è avvicinata al counseling con uno speciale approfondimento della gestalt. Estremamente in breve potremmo dire che si tratta di una disciplina che aiuta a conoscersi attraverso l’esplorazione delle emozioni. Ognuno di noi ha dei tratti distintivi per i quali viene riconosciuto (il brillante, l’iracondo, il geloso…). Ma cosa succede se ci mettiamo davanti allo specchio e ci esploriamo in profondità, senza occuparci di cosa pensano gli altri?
Ada ha montato in casa sua una postazione fissa con una sedia davanti alla sua macchina fotografica. Dopo di che ha dovuto solamente attendere che le emozioni affluissero, giorno dopo giorno, senza filtri. La macchina era lì, pronta ad accoglierla e a fissare l’immagine. Quello che ne è uscito è una raccolta di vari sè, tante persone in una persona, tanti riflessi della stessa figura, con i suoi pregi e i suoi difetti (che chi siamo noi per giudicare cosa è e cosa non è difetto…).
Un tentativo di conoscersi meglio e di guardarsi dentro per volersi più bene. Un tentativo di riconoscersi oggi più che mai come essere complesso, sfaccettato, non omologato , fatto di contrasti stridenti anche nella vita di tutti i giorni.
CHI E’ ADA «E’ solamente da due anni che ho deciso di togliere la polvere dallo scrigno che conservava la passione che mi accompagna fin da bambina: la fotografia. Una volta aperto, l’ho ritrovata lì… perfettamente preservata e intaccata dai lunghi anni che ci hanno separato. Mi stava pazientemente aspettando. Così, all’alba dei miei 44 anni, ho deciso di approfondire più seriamente quello che da sempre è stato solo un gioco: mi sono iscritta a corsi e workshop, ho cominciato a visitare mostre fotografiche, partecipato a incontri con fotografi professionisti… insomma, ho cercato, e lo sto facendo tuttora, di recuperare il tempo perduto. Fino ad arrivare ad oggi. A 46 anni da poco compiuti, e direi anche “quasi per caso”, realizzo un obiettivo dal sapore molto intenso che è quello di unire il Counseling alla Fotografia. Le mie due grandi passioni.
Figlio di questa unione è il mio primo progetto autobiografico che è pienamente rappresentato dal nome di una grande opera pirandelliana e che, per l’occasione, ho voluto traslare al femminile: Una, Nessuna, Centomila. Contrapponendo alla nostra vera natura una maschera artificiale ligia alle convenzioni sociali, rifiutiamo, inconsapevolmente, parti di noi classificate come “non idonee”. Arriviamo così a presentarci alla società con una sola (s)comoda facciata (Una), con la conseguente totale disintegrazione dell’Io (Nessuna), che allontana negli abissi del nostro inconscio le numerose sfumature che ci appartengono per natura (Centomila). E’ proprio grazie a questo progetto che ho potuto accompagnare sul “palcoscenico” quelle parti di me che spesso sono state in lotta fra loro (causandomi anche profonda sofferenza).
Confesso che è stato uno degli spettacoli più emozionanti, divertenti e sorprendenti a cui abbia mai assistito! »